Il 31 Agosto 2018 si è concluso il servizio apostolico del confratello Fra Angelo D’ONOFRI; dopo 56 anni di attività nella Curia romana è oggi il più anziano dipendente della Segretaria di Stato della Città del Vaticano.

Appartenente alla ex Provincia Romana, oggi Provincia Italiana di San Francesco d’Assisi (Italia-Centro), all’età di 27 anni, il primo Luglio del 1962 ha iniziato il suo servizio dopo un anno di sacerdozio e dopo aver compiuto il corso di Missiologia presso la Propaganda Fide, avendo fatto richiesta di partire per le missioni. L’obbedienza però lo ha chiamato altrove, quando l’allora Procuratore dell’Ordine Fra Gaetano STANO lo ha destinato per il servizio presso la Segreteria di Stato.
In questi 56 anni ha ricoperto un ruolo abbastanza delicato nell’Archivio della Segreteria, come addetto della Sezione “Buste separate e riservate”, incarico che ha svolto con scrupolosa attitudine quale fedele servitore e custode di un patrimonio alquanto prezioso. Dalle sue mani (poco computer e molta penna) sono passate le schedature di tutto il personale della Curia romana, e migliaia di documenti, lettere e dossier provenienti dai Dicasteri vaticani, dalla Nunziature Apostoliche e dalle Diocesi del mondo.
All’interno della Segretaria ha fatto parte di alcune Commissioni, ed è stato incaricato con potere di firma delle vidimazioni dei permessi d’ingresso in Italia di preti e religiosi di ogni parte del mondo. Sempre riservato e custode silenzioso di tanti segreti, nel 2005 all’età di 70 anni avrebbe dovuto lasciare per pensionamento, ma il Papa lo ha trattenuto per altri 13 anni.
Negli anni di servizio apostolico ha curato la gestione di sei Papi: Giovanni XXIII, Palo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco; di sei Segretari di Stato: i Cardinali Cicognani, Villot, Casaroli, Sodano, Bertone e Parolin.
Oggi Fra Angelo ha 83 anni, gode di ottima salute e ricopre la carica di Economo del Convento S. Giacomo di Roma e Custode della seicentesca Chiesa di S. Giacomo alla Lungara.

Fra Paolo FIASCONARO, Addetto stampa del Convento S. Giacomo-Roma