Nella Regola non bollata (IX FF32), S. Francesco d’Assisi ci dice: “E con fiducia l’uno manifesti all’altro la propria necessità, perché l’altro gli trovi le cose necessarie e gliele dia. E ciascuno ami e nutra il suo fratello, come la madre ama e nutre il proprio figlio, in tutte quelle cose in cui Dio gli darà grazia”. Così, colui che si trova nel bisogno, è diventato oggi “mio fratello”.
L’aiuto ai bisognosi non è una cosa recente per le nostre comunità francescane conventuali del Libano. Da tanto tempo i confratelli danno da mangiare ad un gruppo di più di 40 anziani bisognosi della regione, due volte alla settimana. Dopodiché aiutano tanti altri bisognosi, per alloggio, medicine, cibo, ecc. Si aggiungono poi, anche le famiglie che non possono pagare la scuola per i loro figli; ci si prende cura anche di loro.
In questi giorni però, a partire dalla rivolta popolare, la crisi finanziaria, il Covid-19, e soprattutto l’esplosione al porto di Beirut, il Libano subisce un’ulteriore crisi. Sempre di più, i bisognosi bussano alla porta dei nostri Conventi. Si donano centinaia di pacchi alimentari e anche il pane di Sant’Antonio si moltiplica ogni giorno. La Provvidenza si fa sentire!
Questa situazione ha aiutato i confratelli a porsi delle domande: “chi è colui che chiede aiuto? Devo aiutarlo? È mia responsabilità? Come posso aiutarlo?”
Queste domande sono diventate una sfida. Hanno aiutato a rinunciare al proprio io, e a pensare insieme ai fratelli bisognosi. Così si sono messe assieme le due comunità del Libano: Zahleh e Sin el Fil (Beirut), e si è deciso di rilanciare il progetto finanziato dalla Caritas Antoniana per una cucina popolare. I confratelli hanno preparato, ognuno nel proprio Convento, uno spazio per questo scopo e il lavoro è cominciato; la crisi finanziaria e l’esplosione però, hanno rallentato il progetto. Finalmente, si è arrivati alla fine dei lavori strutturali e si è passati ai lavori quotidiani di assistenza ai nostri fratelli nel bisogno.
Le attività sopracitate continuano sempre, ma, si è cercato qualcosa di diverso. Si è voluto un approccio fraterno nell’andare verso l’altro: andare in periferia come dice spesso Papa Francesco. Cucinare e andare dai fratelli bisognosi, con un pasto caldo nelle loro case. Situazione che impegna ma che dà tanta soddisfazione. L’altro non è più uno straniero, anzi, è “mio fratello”. E questo lo dimostrano loro, anche se non hanno niente da dare; invitano sempre a prendere con loro un caffè e raccontano le loro gioie. Non parlano dei problemi, anzi, sono contenti che qualcuno è entrato nella loro casa; ricevono una dignità, un abbraccio fraterno e non sono più un rifiuto della società.
Con questa gioia fraterna, Martedì 12 Gennaio 2021, grazie alla collaborazione della ONG Hot Pot Meal e a diversi volontari, si è iniziato a portare cibo caldo ad un centinaio di persone: piccoli e grandi, cristiani e musulmani. Questo servizio sarà mantenuto per ogni Martedì con doppie porzioni di cibo. Gioia per loro, gioia per i frati.
La prima prova del progetto è stata realizzata nella festa di Natale, tanto per i confratelli di Zahle quanto per quelli di Sin el Fil. Prova molto riuscita!
Questa gioia fraterna è possibile anche grazie ai confratelli del nostro Ordine sparsi nel mondo, e a tanti benefattori anonimi. Ringraziamo il Signore e gli chiediamo di benedire tutti con abbondanza, per quanto è stato fatto e si continua a fare.
Un saluto di Pace e Bene!
Fra Felician TAMAŞ e i frati del Libano