Roma, Pasqua 2020
Non è qui. È risorto (Mt 28, 6a)

Carissimi fratelli,

mi ha sempre colpito l’espressione che l’angelo -seduto sulla pietra che aveva sigillato il sepolcro di Cristo- dice a Maria di Magdala e all’altra Maria: “Non è qui. È risorto”. M’impressiona la modalità espressiva utilizzata dall’evangelista, che passa da un debole “non è qui” a un solenne “è risorto”.

Certamente non è una semplice descrizione, né l’indicazione spazio-temporale della localizzazione di un corpo (nel caso specifico, quello del Signore Crocifisso): è, piuttosto, l’annuncio della nuova creazione, della vittoria finale; è la dichiarazione definitiva della volontà salvifica del Padre, della redenzione attuata nel sacrificio del Figlio.

Eppure, lo ripeto, l’espressione inizia con una modalità espressiva “debole”: “non è qui”. L’angelo, seduto tranquillamente, come un lavoratore che riposa un momento dal suo impegno quotidiano, annuncia il felice esito dell’itinerario pasquale (passione, morte e risurrezione) in modo sereno, semplice, non invasivo.

Interpreto questo “stile” come l’opportuna prosecuzione dell’atteggiamento che Gesù di Nazareth ha scelto durante tutto il suo ministero: parole discrete, gesti semplici, presenza serenamente autorevole, per comunicare al mondo la magnificenza della Buona Novella, la giustizia e la pace del Vangelo, la magnanimità dell’amore misericordioso del Padre.

Il mio augurio è che in questa festa di Pasqua, segnata in gran parte del mondo dalla debolezza, dalla malattia, dalla povertà, dall’incertezza, dalla mancanza d’immunità e di giustizia, noi francescani sappiamo essere segni credibili di speranza in modo sereno, senza tante parole, con gesti forse nascosti, ma con amore operoso e deciso. Solo così saremo strumenti efficaci dell’amore del Padre, che in Cristo fa nuove tutte le cose.

“Il santo mistero di questa notte sconfigge il male,
lava le colpe,
restituisce l’innocenza ai peccatori,
la gioia agli afflitti.
Dissipa l’odio,
piega la durezza dei potenti,
promuove la concordia e la pace.”
(Preconio pasquale)

Fra Carlos A. TROVARELLI
Ministro generale