Il Segretario di Stato Card. Pietro PAROLIN, insieme a Mons. Gianfranco GIROTTI OFMConv e al Ministro generale Fra Carlos Alberto TROVARELLI, ha presieduto nella Basilica dei Santi XII Apostoli di Roma, la solenne celebrazione in onore di S. Francesco d’Assisi, alla presenza dei Guardiani delle Case generalizie della capitale e di molti frati in esse residenti.

L’invito è stato rivolto dal Parroco Fra Agnello STOIA, in occasione della solennità del Serafico padre anche per conferire le cresime a ragazzi, a giovani e ad alcuni adulti. Tredici ragazzi, con le loro famiglie, frequentano da diversi anni la nostra Parrocchia e sono stati seguiti da Fra Simone SCHIAVONE come catechista; dal mese di Novembre inizieranno il percorso post-cresima, accostandosi alle principali realtà caritative della città di Roma, a partire dal Centro di ascolto parrocchiale dei Santi XII Apostoli. Altri undici cresimandi, sia giovani che adulti, sono stati presentati da confratelli presbiteri delle Rettorie che ricadono nel territorio parrocchiale, dai padri Gesuiti della Pontificia Università Gregoriana, e anche da Fra Victor MORA MESÉN della nostra comunità conventuale.
Durante il saluto iniziale del Parroco al Cardinale PAROLIN, oltre a presentare i candidati al sacramento della Confermazione, ha espresso a nome di tutti i presenti, la vicinanza al Santo Padre nella giornata pro-episcopo della Diocesi di Roma e ha assicurato il sostegno della preghiera a Sua Eminenza, che è tra i primi collaboratori di Papa Francesco, affidandolo all’intercessione di Filippo e Giacomo, insieme a tutti i dodici Apostoli. Lo stesso Fra Agnello ha spiegato ai presenti il senso dell’offerta dei cresimandi sulla confessione degli Apostoli: un fiore, segno della giovinezza che si dona con entusiasmo, come Filippo apostolo che fu il primo insieme ad Andrea a seguire il Signore; un cesto con dei generi alimentari, come segno di condivisione con i poveri perché non manchi mai, alla mensa eucaristica l’attenzione e la concreta cura dei poveri, come insegna San Giacomo nella sua Lettera.

Fra Maurizio DI PAOLO