I Frati Minori Conventuali della Slovacchia commemorano il Martirio di Fra Štefan IGLÓDY

Infanzia e cammino verso Dio
Eliáš IGLÓDY [più tardi Štefan] nacque nel 1621 a Kisrorzvagy, un piccolo villaggio vicino a Slovenske Nove Mesto sul confine meridionale della Slovacchia con l’Ungheria. Eliáš proveniva da una famiglia aristocratica e pertanto ricevette una buona istruzione. I suoi genitori erano calvinisti e gli insegnarono ad odiare la Chiesa cattolica.
Nel 1635, alcuni missionari apostolici vennero al villaggio. Erano Conventuali inviati in Ungheria dalla Sacra Congregazione di Propaganda Fide. Due dei missionari, Fra Pietro VALLONICA e Fra Pietro CIMA, incontrarono il sedicenne Eliáš. Il giovane decise presto di diventare cattolico ed entrò al servizio del conte Štefan GNÁRI, vicino al villaggio di Kisvarda, dove visse una vita buona e santa. Nella primavera dell’anno 1636, lui assisté a un miracolo, quando uno dei missionari salvò la vita del conte attraverso la preghiera. Questo evento portò il conte GNÁRI, sua moglie e molti servitori, alla fede cattolica. Nel 1638 Eliáš chiese ai Conventuali di poter entrare nell’Ordine.

Il suo tempo con la fraternità Conventuale
Eliáš si unì alla fraternità nel periodo pasquale del 1638. Il Ministro provinciale Fra Gianbattista FIORENTINO gli conferì l’abito e gli assegnò il nome di Štefan. La vestizione fu celebrata nel convento di Rad (vicino a Trebisov – Slovacchia). Il missionario italiano Fra Pietro VALLONICA era il direttore spirituale e formatore del giovane Štefan. Nel 1638, i conventuali avevano già quattro novizi e Fra Pietro sperava che un giorno diventassero buoni sacerdoti.
La vita di Fra Štefan fu pubblicata per la prima volta in Italia nel 1711. Afferma che lo spirito del ragazzo fu pieno di gioia quando entrò nel Noviziato. Il suo Ministro provinciale scrisse: Štefan servì i suoi fratelli nello spirito dell’amore e dell’umiltà. Stava costantemente e volontariamente praticando ogni esercizio spirituale. Per la sua conoscenza dell’ungherese, fu ritenuto il più adatto per andare a chiedere l’elemosina in campagna. Un’altra fonte dice che Štefan ispirò i sacerdoti a predicare più frequentemente e a tenere conferenze su temi spirituali. Štefan chiamava le persone più povere nelle strade e nei campi, per venire in convento dove potevano sentire la parola di Dio e trovare la loro strada verso la Chiesa cattolica, come era accaduto a lui.

Il Martirio
L’esperienza del giovane Štefan nella fraternità di San Francesco è durata solo sei mesi. Domenica 6 Novembre 1639, il Guardiano di Štefan lo mandò da una certa signora Loneane, una patrona generosa della fraternità. Verso le ore 15, mentre stava attraversando il villaggio calvinista di Maly Hores, due uomini (Stefan FESSET e Michal COSE) lo attaccarono, lo gettarono da cavallo, lo legarono ad un albero e cercarono di fargli rifiutare l’abito e la sua fede cattolica sotto minaccia di morte. Al suo rifiuto, gli incisero una croce sulla fronte con una sciabola turca. Štefan gridò: Gesù e Maria aiutami! Chiese ai suoi assalitori di lasciarlo pregare. Questo li fece ancor più inquietare e uno di loro, Michal, gli tagliò la gola.
Fra Štefan fu sepolto il 16 Novembre 1639, da Mons. Stefan SIMANDI Vescovo della Transilvania, nella Provvidenza di Leles; con gli onori degni di un Martire, posero il suo corpo nella cripta della cappella di Sant’Andrea. Il corpo di Štefan fu in seguito trasferito al convento di Rad. Durante il diciannovesimo secolo, il convento e la chiesa di Rad furono soppressi. Tuttavia, i Conventuali non hanno mai dimenticato Štefan. Nel 2011 gli archeologi di Rad hanno scoperto il vecchio convento e hanno trovato la tomba di Štefan tra le rovine della chiesa. Al momento, il corpo di Štefan è in fase d’indagine scientifica e la ricerca attuale sta completando la sua interessante storia con nuove informazioni scoperte negli archivi storici.