«Il Signore dette a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo» (Testamento 1 FF 110).
Queste parole del Testamento di San Francesco hanno preso vita durante la mia visita in Indonesia e nelle Filippine dall’8 al 28 Gennaio 2024.
Durante la mia ultima settimana nel sud-est asiatico, ho potuto offrire un ritiro spirituale ai frati della Custodia provinciale dell’Immacolata Concezione e del Beato Bonaventura da Potenza nelle Filippine. All’inizio di ogni incontro, abbiamo considerato la domanda francescana, sempre vecchia, ma sempre nuova: “Chi è il mio (nostro) lebbroso oggi?” Ogni giorno, ho ascoltato le storie dei frati e di come, nei loro ministeri, incontrano regolarmente i poveri, i vulnerabili e gli emarginati.
Passando dal profondo al banale, una delle preoccupazioni costanti dei frati era, se il cibo mi piaceva o no, e l’ho trovato sempre dolce. Entro la fine della settimana, avevo maturato la mia intuizione su come la dolcezza della cucina filippina possa servire da profonda metafora per la vita e il ministero dei frati. Molte volte ho potuto osservare come la dolcezza e la gentilezza dei frati tocca profondamente le persone che servono. Con la loro devozione al Santo Niño [il Bambino Gesù] che ho portato in processione nella danza lungo la navata dopo la liturgia domenicale; ho visto in prima persona come, attraverso il canto, la danza e il cibo, i filippini abbiano il dono di trasformare l’amarezza nella vita nella dolcezza di una vita vissuta in Cristo Gesù.
Mentre ero nelle Filippine, ho anche potuto visitare tutti i postulanti, i novizi e i frati in formazione per offrire conferenze e predicare durante la Messa sul modo in cui noi francescani viviamo la Giustizia, la Pace e l’Integrità del Creato (GPIC) nel nostro mondo di oggi. La settimana precedente, ho visitato i nostri Conventi nella regione di Sumatra, in Indonesia, dove ho offerto le stesse conferenze su GPIC ai giovani in tutte le fasi della formazione.
In Indonesia, ho avuto la fortuna di incontrare tanti frati e la gente delle Parrocchie. Mi sembra che i frati indonesiani vivano una variante dell’esperienza di conversione di San Francesco con il lebbroso. Mi hanno mostrato come trasformano ciò che è amaro nella vita in una piccantezza che si riflette anche nella loro cucina. I loro canti energici e la loro creatività nel ministero mi hanno mostrato come queste varie note di spezie arricchiscano la vita di molti gruppi demografici diversi.
Sono rimasto molto colpito da un negozio biologico che i frati hanno creato per riutilizzare i doni di cibo che ricevono durante l’offertorio della Messa. La qualità del lavoro svolto dai frati, e i prezzi ragionevoli che offrono, aiutano i poveri e gli svantaggiati ad assaporare i sapori della bontà che Dio desidera offrire a tutti noi. I frati hanno anche fondato un caffè chiamato “Café Pastoral Frankoni”. Si trova nella chiesa parrocchiale “Santo Josef” a Delitua – Indonesia, e fa parte della pastorale dei frati verso i giovani e i giovani adulti.
I frati del sud-est asiatico vivono la nostra vita francescana in un modo che mette in pratica il pensiero di San Bonaventura. San Bonaventura incoraggiava spesso i frati a usare tutti i loro sensi per sperimentare Dio e condividerlo con gli altri. Dolce o piccante, i frati stanno trasformando ciò che era amaro nella bontà di vivere la GPIC oggi.
Fra Michael LASKY
Delegato generale per la Giustizia, la Pace e l’Integrità del Creato (GPIC)